Domenica 28 Aprile, alle ore 18, nel Complesso Monumentale di S. Giovanni di Cava de’ Tirreni è in programma la presentazione del libro “Elisa Claps – indagine nell’abisso della Chiesa della Trinità” di Fabio Amendolara e Fabrizio Di Vito. (Edizioni EdiMavi), quarto volume della Collana “Ombre e Silenzi”. Dopo i saluti istituzionali di Sindaco di Cava de’ Tirreni Vincenzo Servalli, a dialogare con gli autori saranno Filomena Avagliano, Consigliere comunale e Presidente della Commissione Pari Opportunità e Alba D’Antonio avvocato penalista di Resilienza legale. Concetta Lambiase, promotrice dell’incontro e referente di “Posto Occupato”, campagna di sensibilizzazione sociale, virale e gratuita contro la violenza sulle donne, nata nel 2013 da Maria Andaloro, che ha ideato e messo in piedi questa campagna che ha fatto il giro d’Italia ed ha anche oltrepassato le Alpi, esporrà un “focus” sulla situazione della campagna di sensibilizzazione “Posto Occupato” proposta quest’anno a Cava de’ Tirreni e nei comuni viciniori.
A moderare l’incontro il giornalista de “La Citta’ di Salerno”, Antonio Di Giovanni.
Ricca la partecipazione degli enti e di associazioni che patrocinano la presentazione del libro: Comune di Cava de’ Tirreni, Associazione Giornalisti Cava de’ Tirreni–Costa d’Amalfi “Lucio Barone “, Associazione fotografica “Fotogramma Zero”,”FRIDA contro la violenza di genere”( soggetto gestore del centro antiviolenza del comune di Cava de’ Tirreni), ”Resilienza legale” e “Macass”.
Gli autori, i giornalisti Fabio Amendolara e Fabrizio Di Vito, a 30 anni dall’omicidio di Elisa Claps, con gli strumenti del giornalismo investigativo hanno analizzato e ricostruito ogni particolare del caso, consegnando al lettore tutte le drammatiche e clamorose scoperte e fornendo logiche spiegazioni delle questioni rimaste irrisolte. Mentre la famiglia lottava (e lotta) ancora per cercare la verità, sono spesso state diffuse ricostruzioni fantasiose e parziali che hanno orientato un’opinione pubblica già turbata dal ritrovamento dei resti della vittima in una Chiesa di Potenza nel settembre del 1993, da sospetti su prelati e inquirenti, da documenti allusivi e da suggestivi colpi di scena. Gli autori, seppur muovendosi in un contesto che è ancora difficilmente permeabile, grazie a testimonianze e documenti inediti, sono riusciti a spiegare le trame e a inquadrare in modo logico nel loro giusto ruolo i personaggi, portando alla luce importanti dettagli che erano stati scartati o tralasciati. Il documento giornalistico prodotto, lontano dall’essere una semplice ricostruzione cronachistica, si presenta dunque come un punto di approdo rispetto a ciò che è stato, ma anche di partenza verso l’ultimo percorso mai realmente affrontato: la ricerca di chi ha aiutato Danilo Restivo, autore del delitto, a occultare il cadavere e a farla franca per 17 anni.
I giornalisti Fabio Amendolara e Fabrizio Di Vito hanno ripassato al setaccio decine di faldoni ed hanno portato alla luce documenti mai analizzati dagli inquirenti, come l’inquietante scritto anonimo ritrovato a Potenza nel settembre del 1993, pochi giorni dopo la scomparsa di Elisa, che recita testualmente: «Avevo una gatta, cantava troppo. L’ho uccisa. Elisa l’ho fatta sotterrare con una pietra. Ho solo la mia gatta sulla coscienza, Elisa dov’è?». A scriverlo è stata una persona dalla grafia incredibilmente somigliante a quella di Danilo Restivo, l’assassino di Elisa Claps, condannato in via definitiva a 30 anni di carcere per l’omicidio della sedicenne potentina che aveva incontrato il 12 settembre del 1993 nella chiesa della Santissima Trinità di Potenza con la scusa di doverle consegnare un regalo per la promozione. Non mancano le ricostruzioni dei vari tentativi di sporcare la reputazione della vittima, che già alla prima veglia di preghiera viene descritta come una ragazza facile, che era incinta e per questo era scappata. Le indagini non hanno fatto altro che, seppure involontariamente, alimentare le chiacchiere nella città di Potenza.
Fabio Amendolara, giornalista, cronista di nera e di giudiziaria del quotidiano La Verità e del settimanale Panorama, si è occupato del caso Claps dal 2002 e ha raccolto migliaia di pagine di materiale giudiziario sulla vicenda. È stato già autore di tre libri per questa stessa collana: La Colpa di Ottavia (con Emanuela Ferrara), Il Segreto di Anna e L’ultimo giorno con gli alamari (con Maria Tuzi). Ha pubblicato, inoltre, Il caso Ilaria Alpi e VelEni. Ha ritirato la medaglia del Senato della Repubblica italiana, due volte il premio Livatino e una volta il riconoscimento Mimmo Beneventano.
Fabrizio Di Vito, giornalista, cronista di nera e di giudiziaria per il quotidiano La Nuova del Sud e La Nuova Tv (Canale 82 del Dtt in Basilicata e Puglia), si è occupato del caso Claps dal 2011 seguendo passo dopo passo i processi a carico di Danilo Restivo e quello relativo al ritrovamento del corpo di Elisa nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità di Potenza. Nel settembre 2018, a 25 anni di distanza dalla morte di Elisa, ha realizzato uno speciale televisivo con una lunga intervista a Gildo Claps. Ha seguito da vicino il tortuoso e polemico cammino che ha portato alla riapertura al culto della chiesa che per quasi diciassette anni è stata la tomba della povera Elisa.