Si è conclusa a Polla la sessione di ricerca archeologica 2024 nella Grotta di Polla, iniziata il 25 settembre scorso. Le attività sono finalizzate a favorire la conoscenza di un importante contesto archeologico che conserva testimonianze antiche datate dal Neolitico finale (metà del V millennio a.C.) all’Età del Bronzo (II millennio a. C.). La Grotta di Polla è conosciuta, tra le cavità del Vallo di Diano, per essere un antico smaltitoio naturale delle acque di troppo pieno di un lago pleistocenico, che ha accumulato nel tempo fango e acqua, la cui quantità ha costituito un’attrazione per gli speleologi che l’hanno esplorata già negli anni ’60, rilevandone l’articolazione interna della lunghezza di 1 chilometro.
Gli scavi hanno permesso di comprendere quanto la Grotta oggi occupi una rilevante posizione nel quadro delle emergenze speleo-archeologiche della nostra penisola, poiché conserva tracce di comunità preistoriche che hanno usato la grotta come luogo sacrale e di culto.
E’ stato possibile, infatti, ricostruire le modalità di sfruttamento della cavità, con evidenze di sepolture, di corredi funerari, di rituali che si sono perpetrati all’interno per decine di migliaia di anni, grazie all’oscurità e al fascino sacrale della Grotta.
Si lavorerà per il prossimo futuro a rendere la Grotta sempre più un attrattore sia per gli specialisti del settore, sia per l’intera comunità che la riconosce come un bene culturale dalle enormi potenzialità didattiche e scientifiche.
Proprio nell’ottica di rendere fruibile dal punto di vista conoscitivo la ricchezza della Grotta saranno organizzati per dicembre un convegno e una pubblicazione didattico – divulgativa che permetteranno di aggiornare il pubblico sui risultati delle ricerche condotte fino ad oggi.