Sulla pericolosità delle strade del nostro territorio non ci siamo mai sottratti ad una riflessione, pur se limitata ad un commento dettato dalla rabbia nel vedere con quanta leggerezza le strade sono abbandonate a loro stesse. E certamente a volte la gente comune non conosce quali sono i limiti che frenano la sistemazione delle strade, che possono anche essere limiti economici. Ma non sempre è così: a volte è davvero quell’abbandono, quell’incuranza di cui tanto si parla a determinare le condizioni delle strade. E paradossalmente a volte è stata proprio la poca cura delle strade a causare incidenti e morti.
Ed è solo per un caso, o solo per l’aiuto del Cielo, che non è andata peggio a Mario Taurone, un ragazzo di 34 anni, padre di famiglia, che ha rischiato grosso mentre percorreva la strada che da Trentinara porta a Capaccio capoluogo. Viaggiava ad una velocità ad una velocità di 30-35 km/h, ma questo non è bastato ad evitargli di fare un curva, sbandare a causa della presenza di acqua sull’asfalto, e di ribaltarsi, finendo fuori strada. Vivo per miracolo, avrà detto chi lo ha aiutato ad uscire dal veicolo, un po’ ammaccato, certo, ma ancora in vita. La Provvidenza ha voluto anche che in quel momento non ci fossero con lui moglie e due bimbi piccoli, perché adesso staremmo a raccontare un’altra storia. Mario se l’è cavata con qualche graffio. L’auto? Non è certo l’aspetto più importante, ma ha riportato danni per circa 5 mila euro: davvero troppi per una famiglia, come tantissime, dati i tempi, con un solo reddito. E in più al danno, si unisce la beffa: perché quell’acqua sull’asfalto, onnipresente anche con il bel tempo, è stata segnalata tante volte da altre persone che hanno fatto presente la cosa alle autorità competenti. Senza risultato, perché nessuno ha preso provvedimenti. Solo dopo l’incidente del giovane Taurone è stato fato qualcosa, ma non certo per tutelare i viaggiatori, quanto per evitare eventuali denunce: infatti, dopo aver ringraziato il Cielo di aver salvato la pelle, e dopo essersi ripreso dal grande spavento, Mario è ritornato sul posto, teatro, un anno prima, di un incidente mortale, per scattare delle foto ed eventualmente far presente quale era la situazione agli enti competenti. Ma come per incanto sul luogo dell’accaduto era comparso un breve cordolo stradale che arginava l’acqua, evitando che finisse sulla carreggiata. E’ davvero strano: a volte gli enti che si occupano della gestione delle strade non prendono provvedimenti neanche quando qualcuno ci rimette la vita, ma quando il rischio è una denuncia sono davvero celeri! Al povero Mario non resta che continuare a ringraziare il Cielo per essersi salvato e stringere un po’ la cinghia per ripararsi in tempi brevi la macchina di cui ha bisogno per andare a lavorare!
Annavelia Salerno