L’emergenza causata dal "Cinipide del castagno", noto come vespa cinese, è il tema di cui si discuterà domani a Roccadaspide a partire dalle 19, in occasione di un incontro-dibattito promosso dall’Associazione Castanicoltori Campani e dal comune di Roccadaspide. Il tema scelto è "Un nemico da combattere, il cinipide galligeno del castagno". L’appuntamento è presso l’aula consiliare. Discuteranno dell’argomento l’assessore del comune di Roccadaspide Fernando Morra, che è anche membro della Commissione Nazionale del Settore Castanicolo del MIPAAF. Ci sarà Girolamo Auricchio che, dopo il suo intervento, passerà la parola a Mariella Passari, dirigente Se.Sirca – Assessorato all’Agricoltura della Regione Campania; Roberto Mazzei, Tecnico dell’Associazione Castanicoltori Campania; Luigi Scorziello, per la Coldiretti Salerno; Giuseppe Russo, per Confagricoltura Salerno; Davide della Porta, Presidente dell’Associazione Castanicoltori Campani. Le conclusioni spetteranno a Mario Miano, Assessore all’agricoltura della Provincia di Salerno e al Senatore Alfonso Andria, vicepresidente della IX Commissione Agricoltura del Senato.
Il cinipide galligeno del castagno, Dryocosmus kuriphilus, noto come vespa cinese, si è manifestato negli ultimi anni in molte aree castanicole della Campania. L’insetto, che non provoca alcun danno alle castagne, provoca però dei vistosi rigonfiamenti sulle foglie riducendo l’attività fotosintetica degli alberi attaccati. Il rimedio è l’introduzione di un antagonista naturale, un’altra piccola vespa originaria dell’estremo oriente che si nutre a spese del cinipide.
“Urge un intervento decisivo contro il problema che rischia di causare seri danni ad un comparto, quello castanicolo, che ha una rilevanza sia economica che ambientale – precisa il sindaco di Roccadaspide, Girolamo Auricchio – A Roccadaspide, poi, il settore è vitale per l’economia: basti pensare che con una produzione media all’anno di 6 mila tonnellate circa, il “Marrone di Roccadaspide IGP” rappresenta il 50% dell’intero raccolto di castagne della provincia di Salerno”. Nella cittadina della Valle del Calore, la coltivazione si estende su una superficie di circa 4.200 ettari: una parte della produzione del rinomato frutto viene consumata allo stato fresco, mentre la quota maggiore è destinata all’industria di lavorazione e trasformazione.