L’ultima fase dei lavori prevede la sistemazione di due frane sull’arteria, dopo di che si potrà ripercorrere la strada senza pericolo. Intanto però i numerosi cittadini che ogni giorno si servono della strada per gli spostamenti tra la Valle del Calore, i Monti Alburni e il Vallo di Diano, sono esasperati perché costretti ad un percorso alternativo, più lungo e tortuoso, e in alcuni tratti non meno pericoloso della SS 166. I cittadini della zona degli Alburni, ad esempio, si servono della Sp 342, una strada peraltro formalmente chiusa per un ben più evidente pericolo di caduta massi, tra Roscigno e Sacco. Un’arteria molto pericolosa, non solo perché alla prima folata di vento si staccano pietre dalle pareti che costeggiano la strada stessa, ma anche per la presenza di cumuli di terriccio, ereditati da una precedente, spaventosa frana che si verificò un paio di anni fa. Insomma, la SS 166 è stata chiusa per mesi, e lo è ancora, e chissà se verrà riaperta entro la fine di aprile come si vocifera in zona, ma intanto i lavoratori e gli studenti che percorrono la Sp 342 e poi la Sp 11 per spostarsi tra Valle del Calore e zona degli Alburni, corrono esattamente gli stessi rischi – probabilmente qualcuno in più – rispetto a chi, fino a settembre, ha percorso la Ss 166.