Mer. Dic 18th, 2024

SERVIZIO DI ANNAVELIA SALERNO – Operazione a difesa di specie protette nel territorio del Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, ad opera del Corpo Forestale dello Stato. Personale delle stazioni di San Giovanni a Piro e Casaletto Spartano, coordinato dal Vice Questore Aggiunto Forestale Fernando Sileo, dopo una denuncia della Lipu, la lega italiana per la protezione degli uccelli, ha colto in flagranza di reato per attività illecita di uccellagione un 35enne di San Giovanni a Piro, che è stato denunciato alla Procura di Vallo della Lucania per “cattura e detenzione di specie protetta” e “maltrattamento di animali”.

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L’uomo, secondo le dichiarazioni dei volontari della Lipu, era solito catturare avifauna selvatica utilizzando richiami vivi ed altri mezzi di caccia non consentiti. Pertanto i Forestali sono intervenuti, anche a seguito di diversi appostamenti, ed hanno scoperto che l’uomo, in un capanno di sua proprietà, deteneva illegalmente in alcune gabbie oltre 50 cardellini, che poi sono stati liberati. Inoltre il personale del Corpo Forestale dello Stato ha eseguito dei controlli presso l’abitazione dell’uomo, dove sono state trovate e poste sotto sequestro numerose gabbie per uccelli di varie dimensioni e circa 200 uccelli di specie sia nazionale che esotiche, particolarmente protette sia da normative nazionali che dalla disciplina sul commercio internazionale delle specie animali e vegetali in via di estinzione. Inoltre tutti gli uccelli erano detenuti in condizioni insostenibili sotto il profilo sanitario e del benessere animale, come riscontrato dai veterinari dell’ASL, prontamente intervenuti.  Il valore complessivo degli animali sequestrati si aggira intorno ai 13mila euro, pertanto l’attività commerciale illegale per un anno avrebbe fruttato al 35enne circa 60mila euro. Oltre agli animali, all’interno del capanno sono stati rinvenuti anche alcuni barattoli di colla e dei sacchetti di cenere, che vengono utilizzati spesso per la cattura dell’avifauna, in quanto  la colla viene cosparsa sui rametti degli alberi e gli uccellini, posandosi sopra, rimangono imprigionati. La cenere viene invece utilizzata per eliminare la colla dal rametto e consentire quindi la cattura dell’esemplare.  La maggior parte dei volatili sequestrati è stata condotta presso il Centro di Recupero Animali Selvatici dell’Istituto di Patologia e Sanità animale dell’Università Federico II di Napoli per le cure necessarie e per la successiva liberazione in natura.

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Di Annavelia Salerno

Giornalista professionista a Radio Alfa, direttore responsabile di Voci dal Cilento, ma prima di tutto mamma, moglie, figlia e sorella

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