Sono ore difficili per l’equipaggio della nave della finanza “Guardia coste 129 finanziere Sottile”, ormeggiata il porto di Taranto. A raccontare la situazione che si sta vivendo è il figlio di uno dei membri, che si è rivolto anche a Matteo Salvini e Giorgia Meloni per denunciare la situazione che sta creando tensioni e preoccupazione nel comandante e tra i 10 finanzieri dell’equipaggio. A bordo della nave si trovava fino a poche ore fa un collega lucano risultato positivo al Covid in seguito al tampone effettuato mentre si trovavano nel porto di Crotone.
La situazione d’emergenza riscontrata è stata prontamente comunicata alle autorità competenti, e solo dopo 6 giorni di completo isolamento a bordo senza ricevere alcun tipo di assistenza medica, è stata concessa l’autorizzazione a rientrare presso il porto di Taranto. Il timore è che, dopo 6 giorni a stretto contatto con il finanziere, su una nave di 26 metri, tutto l’equipaggio possa aver contratto il virus, pertanto tutti i membri dovrebbero essere messi in quarantena fiduciaria. Come si legge in una nota del figlio del finanziere a bordo dell’imbarcazione, “alcuni membri alloggiano in una caserma della finanza che si rifiuta di farli rientrare; inoltre diverse persone a bordo non risiedono a Taranto, pertanto si rende trovare un luogo di isolamento più consono, come avvenuto nel caso della Cecchignola, o montare delle tende nel porto e quantomeno visitarli”. Ciò in considerazione dei pericoli che i familiari dell’equipaggio corrono nel caso di una quarantena volontaria presso le rispettive abitazioni. Tutti dunque auspicano che si possa individuare un posto dopo poter restare in quarantena senza pericoli per le proprie famiglie, e che si possa trovare una soluzione per salvaguardare la salute di servitori dello Stato, che quotidianamente e nel silenzio operano per garantire la sicurezza dei cittadini, e per le loro famiglie.