Mar. Lug 16th, 2024

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Tutti conoscono la vivacità socio-economica di Roccadaspide, diventata negli anni importante crocevia degli interessi della Valle del Calore. Forse in pochi conoscono la sua importanza archeologica, testimoniata dal ritrovamento di un antico vaso dipinto, che riproduce alcune scene del giudizio di Paride, che è stato ritrovato ai tempi degli scavi del 1964 in località Fonte, nella zona di Temparossa, all’interno di una tomba a camera risalente al periodo lucano. Il vaso è da attribuire ad Assteas, il noto ceramografo italiota che operò a Paestum tra il 360 e il 350 a.C.. Insieme ad altri significativi reperti ritrovati in una piccola necropoli, il vaso si trova in esposizione al Museo Archeologico Nazionale di Paestum. L’argomento è stato al centro di un incontro che si è tenuto presso l’aula consiliare di Roccadaspide, organizzato dal Rotary Club di Paestum, che ha visto la partecipazione di Marina Cipriani, direttrice del museo.

 

L’appuntamento, che ha visto la partecipazione degli studenti delle scuole superiori, è stato organizzato con il sostegno della Banca di Credito Cooperativo di Aquara. Una dettagliata descrizione del vaso è contenuta nell’opuscolo realizzato dall’avvocato Nicola Di Dario, dal titolo “Assteas e il cratere rinvenuto a Fonte”, recentemente donato dall’amministrazione comunale agli studenti delle scuole elementare e media, nel quale, riferendosi ad Assteas, Di Dario scrive, tra l’altro: “Caratteristica affascinante del suo ingegno, riscontrabile compiutamente nel vaso di Fonte, è la perfezione del disegno, l’armonia dei colori, la linearità ed espressività delle figure e l’unità del racconto, motivi che egli aveva ereditato dai grandi maestri del mondo greco. Ma accanto a tali elementi classici si riscontrano in quel cratere il gusto artistico di indugiare sul racconto narrativo per cogliere l’individualità e il carattere dei personaggi, che, in genere, è gusto tipicamente pestano e di Assteas in particolare. E così Fonte, punta di diamante della kora posidoniate, ha conservato per tanti secoli e restituito ora alla luce un capolavoro del mondo antico di inestimabile valore”.

 

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Di Annavelia Salerno

Giornalista professionista a Radio Alfa, direttore responsabile di Voci dal Cilento, ma prima di tutto mamma, moglie, figlia e sorella

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