A un passo dalla verità sulla morte di Carmine Abate, lo chef del noto ristorante Zaccaria, schiaccato da una frana in Costiera amalfitana a inizio anno. Sono state depositate tutte le consulenze, richieste dalla Procura. Spetterà ora ai pubblici ministeri Angelo Frattini e Giovanni Paternoster, titolari dell’inchiesta, trarre le conclusioni e individuare gli eventuali responsabili di quella morte.
I capi d’imputazione ipotizzati sono il disastro e l’omicidio colposo. Intanto stamattina è previsto il sopralluogo di tecnici della regione Campania, che dovranno provvedere al risanamento del costone roccioso, mentre ieri sul posto hanno effettuato alcune verifiche gli stessi magistrati titolari dell’inchiesta. Dalle indagini sembra sia emerso che nonostante prima del crollo sia stata fatta una segnalazione dai vigili urbani di Atrani del pericolo di frane in quella zona non siano poi seguiti gli indispensabili interventi di risanamento. Ma pare che in sede regionale quella segnalazione non sia mai arrivata. Gli inquirenti dovranno stabilire a chi spettava effettuarla. In tre mesi si è giunti alla conclusione dell’inchiesta in cui sono state valutate tutte le possibili cause della frana, che ha schiacciato Carmine Abate nel ristorante mentre si accingeva a svolgere l’attività quotidiana in cucina. I periti, nominati dalla Procura, hanno terminato e depositato le diverse consulenze richieste dai magistrati titolari delle indagini. Da quella geologica a quella urbanistica, fino alla topografica, per stabilire in maniera certa, mappe alla mano, la zona dell’incidente nella competenza di quale Comune rientri. Il crollo del masso killer infatti è avvenuto in un punto di confine tra i Comuni di Atrani e Amalfi. Non trapelano indiscrezioni sulle conclusioni a cui sono giunti i diversi consulenti, ma sembra che qualche difformità dal punto di vista urbanistico sia emersa. Si tratta però di capire se questa abbia in qualche modo influito e possa essere ritenuta rilevante nella dinamica del crollo. Al vaglio degli inquirenti anche i lavori per la costruzione del parcheggio nei pressi della galleria, che collega Atrani con Amalfi. Si tratta di capire se possano aver influito sulla frana. È stata la prima verifica disposta dalla Procura, in considerazione delle attività di sbancamento e trivellazione effettuate nell’area. Ma sembra che su questo fronte sia stato escluso qualsiasi nesso di casualità tra quei lavori e il crollo del costone roccioso. Sono stati sentiti tutti i possibili testimoni e anche i tecnici della Provincia, che in precedenza avevano provveduto ad apporre una rete di protezione a una parte della roccia. Un intervento che si era reso necessario per il contenimento di una parte del costone, che si affaccia sulla strada sottostante e rientra nella competenza dell’Ente. Sentiti da ultimo anche i comandanti della Polizia Municipale sia di Amalfi che di Atrani, in relazione a possibili segnalazioni e interventi nella zona.