Linguaggi della giovane ceramica d’arte italiana
Si chiama “Nuove argille” la mostra che sarà inaugurata alle 18.30 nel Salone delle Conferenze del FRAC di Baronissi (Fondo Regionale d’Arte Contemporanea): una mostra, curata da Irene Biolchini, dedicata ai giovani artisti che hanno scelto di dedicarsi alla lavorazione della ceramica. La particolarità della mostra è che coinvolge gli artisti locali ma che si apre anche ad altri laboratori artistici, ossia quelli liguri, emiliani, romagnoli, pugliesi, siciliani. La mostra resterà aperta fino al 30 gennaio dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13, il lunedì e il giovedì anche dalle 16 alle 19, il sabato solo dalle 16 alle 19 e la domenica dalle 10 alle 12. In mostra opere di: Nicola Boccini, Licia Brunelli, Francesca Crocetti, Federica D’Ambrosio, Marco Fantacone, Marino Ficola, Luca Freschi, Marco Fusco, Stefano Giambogi, Barbara Mignone, NERO (Alessandro Neretti), Francesco Paternò, Guido Pecci, Pierluigi Pompei, Giovanni Ruggiero, Andrea Salvatori, Barbara Santaroni, Sergio Scognamiglio, Laura Scopa, Mariella Siano. “L’identità di una matrice culturale, profondamente intrisa dei flussi vitali della tradizione – scrive nell’introduzione Massimo Bignardi direttore del FRAC Baronissi –, trova nei linguaggi attuali della ceramica d’arte una nuova coscienza e, al tempo stesso, una rinata vitalità dell’espressione legata ad una pratica fondata sul ‘recupero’ del fare che significa anche possibilità di sovvertire, con uno spirito anarchico, l’irruente predominio del design. La mostra propone una scelta che non vuol essere esaustiva, bensì un’attenta campionatura dei linguaggi e delle pratiche presenti oggi in Italia: linguaggi che
conservano le ‘cellule’ vive di un patrimonio, quello della ceramica italiana che è in aperto dialogo – perché pienamente inserito – con le esperienze dell’arte contemporanea: disegna, cioè, punti provvisori nell’estesa geografia dell’arte, accogliendo ed amalgamando altri processi creativi, altre materie, altre pratiche. Non più ceramica intesa quale ‘arte minore’, a volte sorellastra della ‘scultura’, altre, confine della decorazione, quanto linguaggio tra i linguaggi della contemporaneità, pratica immaginativa ed ideativa, compartecipe di una dimensione dell’oggi e delle sue accelerazioni, dei suoi rapidi cambiamenti”.