La Campania rimane la regione italiana al top delle illegalità ambientali con oltre 4.800 infrazioni, pari al 17% del totale, mentre al secondo posto si piazza il Lazio. E’ quanto risulta dal rapporto Ecomafia 2010 di Legambiente presentato ieri a Roma. L’ecomafia si conferma “una holding solida e potente”, con un giro d’affari pari a 20,5 miliardi di euro, una cifra che lievita al ritmo di 78 reati al giorno, più di 3 ogni ora.
Un ‘fatturato’ in nero generato dall’impennata delle infrazioni nel settore dei rifiuti e dal business del cemento ‘depotenziato’. Salgono i reati contro la fauna del 58% e quelli contro l’ambiente marino. C’è poi la criminalità che in Basilicata, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia, ottiene i maggiori proventi illeciti in agricoltura, in particolare dal furto di attrezzature e mezzi, dall’usura, dalla macellazione clandestina e truffe all’Unione europea.