Probabilmente Gennaro Capo non si aspettava il clamore mediatico che ha suscitato la sua recente decisione. Invece, la notizia relativa alla scelta di rinunciare all’indennità di carica per finanziare un servizio rivolto ai bambini è rimbalzata di sito in sito, fino a diventare un esempio da prendere come riferimento. In fondo, Gennaro Capo, in carica dal 2011, è abituato a lavorare spesso in silenzio, districandosi, come tanti suoi colleghi di piccoli comuni, tra fondi che mancano, patti da rispettare e servizi da erogare, credendo a volte che i piccoli interventi che la sua amministrazione svolge nel quotidiano siano poca cosa. Invece l’azione di devolvere la sua indennità di carica è una delle diverse cose, piccole ma significative che Gennaro Capo e i suoi stanno portando avanti dal 2011, anno dell’insediamento.
In pratica, dal momento che notoriamente le attività del Piano di Zona sono ferme ormai da due anni, con conseguente blocco dei servizi rivolti ad anziani, indigenti, disabili, minori, anche il servizio di trasporto dei piccoli cittadini di Castel San Lorenzo alla piscina comunale del vicino comune di Felitto rischiava di essere soppresso. Così Capo, veterinario dell’Asl, ha deciso di rinunciare allo stipendio da sindaco – quindi indennità di ruolo, rimborso spese generico e costo del cellulare – per consentire ai piccoli di continuare ad andare in piscina. «Non sono contrario al fatto che chi amministra viene remunerato – diceva il primo cittadino castellese al Giornale del Cilento – è stata una scelta a carattere personale». «I soldi – si legge nell’articolo scritto da Luigi Martino – servono soprattutto in estate a finanziare il trasporto in autobus dei ragazzi alla piscina comunale di Felitto, ma anche – continua il primo cittadino – alla ordinaria amministrazione e quindi alle buche nell’asfalto e i problemi che quotidianamente vengono affrontati dalla giunta comunale di Castel San Lorenzo».