Giovedì 9 settembre si è tenuto a Castelcivita, presso la Sala Manifestazioni, un incontro promosso dalla Comunità Montana Alburni, con i sindaci del comprensorio alburnino e Calore salernitano, per fare il punto sulla delibera dell’ASL SA n 1.478 del 16/07/2010 relativa alla riduzione dei presidi di continuità assistenziale, le ex guardie mediche.
La delibera prevede la riduzione da 8 presidi presenti nel territorio Alburni e Calore Salernitano a 2, uno a Roscigno e l’altro a Roccadaspide, che dovrebbero avere 8 medici ciascuno per un totale di 16 unità, con una turnazione di 2 unità per volta. Il presidio di Roscigno abbraccerebbe i comuni di Aquara, Bellosguardo, Corleto Monforte, Ottati, Piaggine, Sant’Angelo a Fasanella, Valle dell’Angelo. Roccadaspide invece coprirebbe Albanella, Castelcivita, Castel San Lorenzo, Controne , Felitto. Va evidenziato che la Delibera dell’ASL SA non è stato oggetto né di informazione né di concertazione con il Comitato dei Medici ex SA/3, né sindaci né delegati sindacali aziendali. All’incontro di Castelcivita erano presenti il primo cittadino di Aquara, nonché presidente della Comunità montana Alburni Franco Martino, Mario Tedesco sindaco di Castelcivita, Nicola Pastore di Controne, Antonio Sicilia di Corleto Monforte, Angelo Ciniello di Piaggine, Vito Loia di Sant’Angelo a Fasanella, Girolamo Auricchio di Roccadaspide, l assessore di Bellosguardo Peppino Troncone, il vice sindaco di Albanella Vito Capozzoli, il dottore Giuseppe Torre presidente Medici CGIL e medico di base , medici di base e di presidi di continuità assistenziale. “ Quello posto in essere dall’ASL SA, con tale Delibera, è un chiaro atto di sciacallaggio nei confronti del nostro territorio” esordisce il presidente Franco Martino “ oltre a non garantire in nessun modo la continuità assistenziale ai cittadini, non ha tenuto conto della vastità del nostro territorio, della viabilità impervia di esso e non ha in nessun modo reputato importante informare noi sindaci né i medici del territorio . Da soli non si va da nessuna parte quindi stasera , insieme, tutti insieme decideremo il da farsi per tutelare il nostro territorio, i nostri concittadini. Non è possibile continuare in questo modo, ci riuniamo solo per discutere delle emergenze in cui la nostra area è ogni volta coinvolta. Mai per una programmazione. La nostra sarà un azione forte, dura nei confronti di chi ogni volta boicotta l area a sud della nostra provincia”. La ex ASL/SA 3 era l’unica a non avere debiti, ed invece ora si ritrova a pagare quelli dell’ASL SA 1 e 2. con gravi conseguenze sulla salute degli utenti. L’atto in questione è frutto di una manovra ragionieristica , dove pur di salvare la propria poltrona i politici continuano a rendere un deserto dei tartari il territorio, ma ciò che più conta è che è un vero e proprio assassinio nei confronti dei cittadini dello stesso. La ex SA/3 ha un territorio di 3.400 km/q con viabilità ridotta ai minimi termini da frane, dissesti idrogeologici, e con il sopraggiungere dell’inverno tra neve e poca visibilità notturna, e d estate con la popolazione che raddoppia, e frazioni di paesi in aperte campagne rendono difficile raggiungere le case e molte volte ad individuare la chiamata in zone sperdute nel tempo che la convenzione prevede in mezz’ora dalla chiamata del paziente. Ma quello che più ha sdegnato gli amministratori del territorio è aver appreso la notizia a deliberazione avvenuta. Quasi a snobbare e mortificare il loro ruolo di amministratori locali. “Questo ci induce a pensare” afferma il presidente Medici CGIL Giuseppe Torre “che noi siamo sempre ultimi nella storia della sanità campana e che non è una questione di risparmio ma una mossa politica che serve a dare ancora tanto a Napoli e provincia. A differenza di altri noi non abbiamo la guardia giurata per postazione, macchina dell’ASL per muoverci sul territorio, telefono cellulare. Non siamo più disposti a mercanteggiare questo onesto lavoro missionario con la politica. “Sdegno e perplessità si sollevano dalla platea in sala con domande lecite …. Poiché tutti sanno che il fitto dei locali dove sono ubicati i presidi di continuità assistenziale, spese di luce, acqua , gas sono a carico dei comuni,e che la spesa di un medico al mese e’ di circa 2.000,00 mensili mentre un ricovero in ospedale o un intervento di pronto soccorso al giorno è di circa 300,00 euro… allora dove stà la riduzione della spesa? Agitazione e malumori non eludono però una forte e accesa presa di posizione. La Comunità montana ALBURNI si fa promotore dell’iniziativa, a sostegno dei comuni interessati. Per prima cosa si stipulerà un protocollo d’intesa sottoscritto dai sindaci dei comuni, si stilerà un documento di protesta contro la Delibera n. 1478 dell’ASL SA, e ci si affiderà a competenti avvocati che difenderanno la causa.