Felicia Genovese, già pubblico ministero a Potenza, "assunse la diretta responsabilità " delle indagini sulla scomparsa di Elisa Claps, "solo" due giorni dopo, quando la Squadra mobile ne riferì alla procura "con formale informativa".
Lo afferma l’avvocato salernitano Francesco Saverio Dambrosio, legale del magistrato, il quale ricorda il pm non dispose il sequestro degli abiti di Danilo Restivo, perché sarebbe stata un’iniziativa "tardiva" a 48 ore dal fatto e "incoerente con l’ultimo avvistamento di Elisa" fatto da un testimone; infine non dispose l’acquisizione di tabulati telefonici "perché non era tecnicamente possibile, essendo allora il distretto telefonico di Potenza servito da una centrale analogica e non numerica". Francesco Saverio Dambrosio ribadisce che la dottoressa Genovese non ebbe mai un atteggiamento "morbido" nei confronti di Danilo Restivo, oggi accusato dell’omicidio. Genovese ottenne le intercettazioni ambientali a carico di Restivo nel carcere dove si trovava, e ne dispose l’isolamento. Inoltre, continua Dambrosio, la Genevese fece appello al Tribunale della Libertà di Potenza, allorché l’imputato venne posto agli arresti domiciliari dal Giudice che procedeva; quando Restivo venne condannato per il delitto di false informazioni al pubblico ministero ad una pena ritenuta ingiustificatamente mite, propose con successo appello avverso la sentenza di primo grado e la Corte di Appello di Potenza elevò la pena da otto mesi a due anni ed otto mesi".