Operazione di sgombero di San Nicola Varco, questa mattina.
Più di 200 uomini, tra polizia, carabinieri e Guardia di Finanza, hanno iniziato perquisizioni e controlli nell’area dove finora vivevano, ai limiti della vivibilità, quasi 800 nordafricani, per lo più marocchini. Il sequestro dell’area come noto è stato disposto dalla magistratura salernitana per motivi di igiene e sanità pubblica. Questi i fatti. Adesso c’è da chiedersi, e molti già lo stanno facendo, dove andranno a stare gli 800 immigrati “sfrattati” dal ghetto dove hanno vissuto a lungo, in condizioni disumane, sotto gli occhi disinteressati del mondo che li ha ignorati. In molti hanno usato San Nicola Varco quale strumento per dimostrare al mondo un presunto interesse, hanno sbandierato la propria attenzione e la propria volontà di fare qualcosa per quelle persone, che ormai sono un pezzo della nostra provincia, e che oggi hanno un ruolo notevole nell’economia, soprattutto agricola, della Piana del Sele. Tutti hanno invocato (e in molti casi se ne sono fatti promotori) interventi finalizzati a migliorare la vita di queste persone e a riqualificare l’area. Progetti lodevoli, ma che hanno avuto il loro culmine nell’intervento di oggi, improvviso, forse neanche programmato, affinché fosse più efficace e più plateale. Resta da chiedersi qual è il destino di queste persone. E sicuramente c’è da chiedersi, ed anche qui qualcuno probabilmente lo sta già facendo, come saranno sostituite le 1600 braccia sottratte al lavoro estenuante dei campi, sotto le serre. Ma oltre alle domande, probabilmente destinate a rimanere a lungo senza risposta, anche una considerazione, quella relativa alla grandissima dignnità di queste persone che, con materassi sulle spalle, e con in mano diverse buste contenenti la loro vita, senza creare assolutamente scompiglio si sono lasciati accompagnare fuori, verso un futuro amaro che sa di incertezza.