Domani alle 10, presso il carcere per detenuti tossicodipendenti di Eboli, il gruppo “Uommene e tambure” proporrà lo spettacolo “O’ cunto d’o’ quatto e’ coppe”, che vedrà protagonisti nelle vesti di attori proprio i detenuti.
Lo spettacolo racconta della tragedia di Balvano, il disastro ferroviario più grave in Europa per il numero di vittime che si verificò nel 1944, quando un treno prveniente da Napoli e diretto a Potenza, si fermò in una galleria all’altezza di Balvano, e a causa delle esalazioni di monossido di carbonio morirono 500 o forse 600 persone.“E’ stato dimostrato che anche dietro le sbarre è possibile sentirsi uomini liberi- sostiene la Direttrice del carcere, Rita Romano – una libertà che va oltre la condizione di essere detenuti e attraverso le attività laboratoriali, come è accaduto per il gruppo “uommene e tambure”, la conoscenza della storia locale e dei fatti drammatici che l’hanno segnata è fondamentale per l’acquisizione di una maggiore consapevolezza del contesto socio-culturale con cui si interagisce. Ricordi che non vanno persi, anzi fungono da monito per costruire una società più giusta”.