Centinaia di cinghiali allevati, in uno spazio destinato per legge ad ospitarne circa 40 esemplari, e ipotesi di abbattimento degli animali in macelli non autorizzati: c’é anche questo dietro il sequestro preventivo dell’azienda di produzione faunistica di proprietà della Regione Campania ‘Cerreta Cognole’, ubicata nel Vallo di Diano, tra i comuni di Montesano, Sanza e Buonabitacolo, in provincia di Salerno.
Un’inchiesta dove risultano indagate cinque persone tra dirigenti e funzionari della Regione Campania. I complessivi 824 ettari di terreno erano suddivisi in numerose sottozone al cui interno erano allevate diverse specie di animali. Disattendendo le vigenti normative, che prevedono in un’area di 824 ettari la presenza complessiva di circa 40 esemplari di cinghiali, nell’azienda ‘Cerreta Cognole’ ne venivano allevati centinaia con conseguenti danni per la sostenibilità ambientale. Inoltre, la vendita dei cinghiali a soggetti privati fa supporre l’abbattimento degli stessi animali in macelli non autorizzati. Per quanto concerne la gestione dell’intera azienda faunistica, si potrebbe profilare anche uno sperpero di denaro pubblico e quindi, come richiesto ufficialmente dalla Lav (Lega Anti Vivisezione), la vicenda potrebbe approdare anche dinanzi alla Corte dei Conti.