Spesso, erroneamente, si crede che quanto più un bambino mangi tanto più sia un segnale di buona salute. Ma quando poi questo stesso bambino si trasforma un adolescente o un ragazzo obeso, allora ci si rende conto che in realtà un problema c’è o sta per sorgere. Se si pensa che un bambino in età prescolare in sovrappeso avrà il 30% di possibilità in più di diventare un adulto obeso e che un adolescente obeso ne avrà addirittura il 70%, allora ci si rende conto che quello dell’obesità infantile è un problema da non sottovalutare e da affrontare il prima possibile. Di questo problema si è occupata anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità, avviando un gran numero si studi e progetti per studiare meglio e dare linee guida su questo problema, soprannominato Globesity, ossia il fenomeno dell’obesità in continua espansione nel mondo. In Europa il problema è stato affrontato dall’Ocse e i risultati degli studi condotti hanno evidenziato che i bambini con almeno un genitore in sovrappeso o obeso ha una possibilità 3-4 volte maggiore di diventare un adulto obeso. Questo è senza dubbio dovuto sia a fattori genetici ma anche ambientali. Dal punto di vista ereditario, si può dire che vi è una certa predisposizione familiare ma i casi di vera predisposizione genetica all’obesità sono molto rari. I fattori ambientali fanno soprattutto riferimento all’ambiente in cui vivono i bambini e all’esempio che ricevono dai propri genitori. In primis, c’è da dire che i casi di sovrappeso o obesità diminuiscono con il crescere del reddito familiare. Genitori in sovrappeso avranno generalmente figli in sovrappeso in quanto se loro per primi sono abituati a mangiare troppo o a condurre uno stile alimentare non corretto, difficilmente riusciranno a dare le giuste direttive ai figli. Inoltre se i genitori sono sedentari, anche i figli lo saranno. Oggi, poi, vi è sempre più cibo spazzatura, ossia tutti quegli alimenti che hanno un alto apporto calorico, ma un sapore gradito e confezioni accattivanti, venduti soprattutto in ambienti frequentati da bambini e ragazzi, come le scuole, le ludoteche e centri d’incontro per ragazzi, ecc.
Un altro fattore che predispose al sovrappeso o all’obesità è il tempo sempre maggiore che i giovani passano davanti a televisore, computer e videogiochi, sottraendo tempo all’attività sportiva. In Italia, l’Istituto Superiore di Sanità ha avviato pochi anni fa il progetto Okkio alla salute e i dati di questo studio hanno rilevato che il 22,9% dei bambini sono in sovrappeso e l’11% addirittura obesi; il 9% dei bambini non fa colazione e il 30% non la fa in maniera adeguata. Il 50% consuma bevande zuccherate durante la giornata e un bambino su 4 non magia frutta e verdura. Il 22% dei bambini non fa più di un’ora di sport a settimana e il 38% dei ragazzi passa almeno 3 ore al giorno a guardare la televisione o ai videogiochi. Ma forse il dato più preoccupante è che i genitori non percepiscono il peso del loro figlio come un problema: in pratica 4 mamme su 10 con un figlio in sovrappeso non ritiene che il proprio figlio abbia problemi di sovrappeso. Il primo intervento che devono fare i genitori di bambini con eccesso ponderale è correggere le abitudini alimentari del proprio figlio. È necessario che i bambini seguano un regine alimentare con 3 pasti principali (colazione, pranzo e cena) e 2 due spuntini. Ma è importante anche migliorare la quantità e la qualità di ciò che mangiano. Per fare questo possono rivolgersi anche a specialisti che sapranno dare loro le giuste direttive.
Un altro cambiamento da fare è senza dubbio quello che invogliare il più possibile i propri figli a fare attività sportiva. Tutti i bambini dovrebbero fare almeno 30-40 minuti al giorno di attività fisica quotidiana. Seguire un corso a orari fissi è il modo migliore per perdere peso, oltre a permettere al bambino di socializzare, ma nel caso questo non fosse possibile si possono apportare piccole modifiche alle abitudini quotidiane. Ad esempio si può far andare e tornare i ragazzi da scuola a piedi, si possono organizzare gire in bicicletta per tutta la famiglia, escursioni fuori città, nei boschi, giocare con un pallone al parco o fare passeggiate a passo sostenuto. In altre parole, fare tutto quell’insieme di cose che ci permetta di muoverci ma che al tempo stesso sia divertente per tutta la famiglia.
a cura della dottoressa Roberta Graziano, biologa nutrizionista