Il clima è fervido a Piaggine, in vista delle elezioni del prossimo 6 e 7 maggio. La gente è in trepidante attesa per conoscere i volti di chi guiderà la svolta in un paese in cui in tanti sembrano avere perso la voglia di viverci in questo piccolo borgo all’ombra del monte Cervati. A meno che il nuovo sindaco (o vecchio, a seconda dell’esito della competizione elettorale) non porti una ventata di novità e una parvenza di cambiamento. Questo è quello che la gente si aspetta per continuare a credere nella possibilità di sviluppo, nella possibilità di occupazione per i giovani, nella possibilità di sviluppo turistico di Piaggine e di tutta l’alta Valle del Calore. E messa per un momento da parte l’ambizione di realizzare il più grande impianto sciistico del sud proprio sulla vetta del Cervati, i prossimi amministratori dovranno occuparsi soprattutto di questo. Per quanto riguarda gli aspiranti candidati, il primo in lista è il sindaco uscente, Angelo Ciniello, 57 anni, veterinario, dipendente dell’Asl, sindaco dal 2007.
In questi cinque anni ha conquistato di certo una sicura popolarità, benché in un ente locale dove la gente pretende spesso l’impossibile, si fa presto ad essere scontenti del modo di amministrare un comune. Non meno popolare è Angelo Pipolo, classe 1963, che sindaco lo è stato per ben due mandati, dal 1998, prima di cedere la poltrona a Ciniello. Ma a Piaggine le liste sarebbero più di due: qualcuno sostiene che saranno addirittura quattro ma è difficile da credersi. È più credibile che ce ne sia una terza, e che potrebbe essere capeggiata da Nicola Cavallo, preside in pensione, ma in questo caso più che nei due precedenti il condizionale è obbligatorio. La situazione è destinata a subire un’evoluzione continua, fino al giorno della presentazione delle liste, anche perché comporre una lista non è cosa facile, specie nei piccoli comuni, nonostante oggi basti trovare solo otto volenterosi, sia perché l’interesse per la politica – come viene concepita oggi – è andato svanendo sia perché amministrare un ente anche di modeste dimensioni sembra divenire sempre più un’impresa ardua, a cui si rinuncia ben volentieri. Ma tra i giovani potrebbe esserci qualcuno animato da uno spirito coraggioso e battagliero, deciso a cambiare una volta per tutte le sorti del comune, pronto a svolte significative ma certamente non indolore. Se così fosse potrebbe anche significare far ritornare l’attaccamento alla politica da parte della comunità, attaccamento che potrebbe tradursi anche nella voglia di avanzare proposte utili per contribuire alla crescita del proprio paese. Insomma, a Piaggine la voglia di una svolta c’è, e c’è anche la voglia dei cittadini di mettersi in gioco. Occorre trovare le persone giuste in grado di far tornare la stima per la politica e la voglia di ritornare ad essere davvero parte attiva della società, ciascuno come può.
Annavelia Salerno