Donna, madre e moglie affettuosa, guerriera e diplomatica: è il profilo di Sichelgaita di Salerno, vissuta a cavallo di due epoche, quella normanna e quella longobarda, figura dalla personalità forte e versatile, che seppe ben interpretare tutti i ruoli ritagliati su di lei. Questa donna straordinaria è la figura intorno alla quale si sviluppa la nuova versione del libro dal titolo “Sichelgaita tra Longobardi e Normanni” (la prima era stata stampata e subito esaurita nel 1996) scritto da Dorotea Memoli Apicella, che ha saputo descrivere la donna, le sue azioni ma anche le sue emozioni dopo una lunga ricerca. Una ricerca che ha portato l’Apicella a ritornare nei luoghi dove visse la moglie di Roberto il Guiscardo, per rivivere per quanto possibile quei fatti e sentire sulla propria pelle le sensazioni provate da Sichelgaita. Questa donna seppe sempre essere padrona del contesto in cui visse, ma anche dei molteplici ruoli che dovette ricoprire: tanto per fare un esempio, seppe essere all’altezza del ruolo di moglie di un uomo forte come la sua stirpe, i vichinghi, accompagnandolo nei suoi viaggi di conquista, finanche affiancandolo nella campagna militare alla conquista dell’Impero Bizantino, benché non condividesse affatto la sua scelta ed anzi tentò più volte di farlo desistere dal suo obiettivo. Non vi riuscì ed allora decise di vestire i panni della combattente, ma ciononostante l’influenza che esercitò su di lui fu a dir poco notevole. Insomma, Sichelgaita fu donna dal carattere deciso e dalla indiscussa cultura: e in virtù della sua conoscenza, del suo sapere e della sua cultura, nell’ultima parte della sua vita si dedicò alla medicina e all’erboristeria presso la Scuola Medica Salernitana, che all’epoca rappresentava una polo di eccellenza nel campo medico-officinale, e che anche oggi certamente risente della figura e della “presenza” di Sichelgaita.