E’ ormai diventata insostenibile la situazione degli operai idraulico-forestali della comunità montana Calore Salernitano, con sede a Roccadaspide, che a causa della crisi che ha investito anche gli enti montani e che si traduce nei ben noti e impietosi tagli, non hanno percepito diverse mensilità del 2011, più quelle del 2012, e nel loro futuro vedono solo incertezza. Gli operai lamentano il mancato pagamento delle mensilità arretrate, e temono il rischio della perdita del posto di lavoro: se questo timore si avverasse sarebbe una sciagura per persone ancora lontane dalla pensione, ma non così giovani da poter sperare in una nuova occupazione. Senza considerare il fatto che in una zona come la Valle dal Calore, a vocazione agricola, con carenza di possibilità occupazionali e giovani pronti alla fuga verso terre più fertili, trovare lavoro è un’impresa ardua. Oltre alle gravi conseguenze per gli operai e per le loro famiglie, ci sarebbero conseguenze significative anche per la difesa dei territori: senza gli operai forestali, nessuno svolgerebbe più la fondamentale azione a difesa del suolo e della tutela ambientale, in materia di riforestazione, rimboschimento, antincendio, bonifica montana e di protezione civile.
A farsi portavoce del disagio che vivono da mesi, è uno degli operai dell’ente montano di Via Cesine, Giuseppe Pacifico, di Castel San Lorenzo, il quale sottolinea le enormi difficoltà per una famiglia monoreddito di dover fare a meno da moltissimi mesi dell’unico stipendio. “Non percepiamo lo stipendio ormai da otto mesi – afferma Pacifico – e non sappiamo quale sarà la nostra sorte. Noi operai, tuttavia siamo determinati a difendere i nostri diritti come lavoratori e come padri di famiglia”. Pacifico, poi, evidenzia l’importanza del ruolo degli operai forestali per il territorio, un territorio “già fortemente provato dallo spopolamento e dalla mancanza di addetti in agricoltura, per il quale il lavoro degli enti montani è necessario per scongiurare frane ed incendi”. “Noi – continua – ripariamo le strade di percorrenza di campagna, puliamo la senti eristica ed ora anche le strade provinciali, allo scopo di preservare l’integrità del territorio e per valorizzarne a fini turistici gli aspetti più belli”. “E’ nostro – conclude Giuseppe Pacifico – il compito di monitorare il territorio e quindi è necessario parlare di incarichi e prestazioni di servizio e non di lavoratori a progetto”. Dal canto suo il presidente della comunità montana, Angelo Rizzo, sottolinea che l’ente sta facendo di tutto per assicurare lo stipendio agli oltre 200 dipendenti, spiegando che nel 2011, nonostante vi fossero delle limitazioni regionali sull’entità della spesa da sostenere per gli interventi di forestazione, gli operai non sono stati sospesi ad ottobre come imponevano i calcoli di cantiere, ma hanno continuato a lavorare anche per i mesi di novembre e dicembre, cosa possibile grazie ad una forte assunzione di responsabilità amministrativo-contabile da parte dell’ente. Rizzo sottolinea che per il 2011 la regione ha assicurato il pagamento di 5 mensilità su 14; altre tre sono state pagate con fondi prelevati dal fondo cassa dell’ente, mentre è stato stabilito di utilizzare anche i fondi del PSR. Insomma, una situazione dura sia per i vertici dell’ente sia per i lavoratori, che restano tuttavia quelli maggiormente penalizzati da una situazione che rischia di diventare davvero drammatica.
Annavelia Salerno