In seguito alla terribile estate 2007 che a causa dei numerosissimi incendi che hanno devastato gran parte del patrimonio boschivo del Cilento sarà ricordata per sempre come l’estate più disastrosa degli ultimi decenni, anche il Comune di Roccadaspide, retto da Girolamo Auricchio, ha istituito il Catasto delle aree percorse dal fuoco, come impone la normativa in materia.
Le fiamme che nel mese di agosto distrussero moltissimi ettari di vegetazione, lasciando un ricordo indelebile anche a causa della perdita di vite umane, interessarono anche una parte del territorio di Roccadaspide, che si estende su un’area di montagna molto vasta, caratterizzata da un notevole numero di alberi di castagno: il 27 agosto scorso un incendio interessò la località Case Gorga, ma l’elenco delle aree percorse dal fuoco riguarda anche altri episodi che si sono verificati nel territorio rocchese a partire dal 2003.
Le aree percorse dal fuoco, secondo quanto prevede la normativa vigente, non possono avere una destinazione diversa da quella preesistente all’incendio per almeno quindici anni, è inoltre vietata per dieci anni la realizzazione dei edifici e infrastrutture finalizzate ad insediamenti civili ed attività produttive. Sono altresì vietate, per cinque anni, le attività di rimboschimento e di ingegneria ambientale sostenute con risorse finanziarie pubbliche, salvo specifica autorizzazione concessa dal Ministero dell’Ambiente, per le aree naturali protette statali, o dalla Regione Campania, negli altri casi, per le situazioni di dissesto idrogeologico e per quelle in cui sia urgente per la tutela di particolari valori ambientali e paesaggistici. Sono inoltre vietati il pascolo e la caccia per dieci anni limitatamente ai soprassuoli delle zone boscate percorsi dal fuoco. In pratica gli unici interventi consentiti dalla norma sono quelli relativi alla realizzazione di opere pubbliche necessarie alla salvaguardia dell’ambiente.
Il provvedimento adottato dal Comune di Roccadaspide, al pari di analoghi interventi di altri comuni, serve a scoraggiare l’azione dei piromani, considerati i principali responsabili dei gravi danni causati dalle fiamme, per i quali il catasto delle aree percorse dal fuoco rende inutilizzabile il terreno eventualmente preso di mira, che così non viene attaccato da menti malate.