Il comune di Roccadaspide aveva annunciato battaglia contro la decisione di Poste Italiane di chiudere l’ufficio postale di Fonte, e così è stato: contro il provvedimento che dispone la chiusura dell’ufficio a partire dal prossimo 10 dicembre, l’amministrazione retta da Girolamo Auricchio ha deciso di presentare ricorso al TAR, affidando l’incarico all’avvocato Lorenzo Lentini. Si tratta, per Auricchio, di un provvedimento scellerato che priva la popolosa località di Fonte, che conta 1538 abitanti, di un servizio indispensabile, la cui assenza creerà non pochi problemi agli stessi cittadini ma anche ai numerosi imprenditori le cui aziende insistono proprio in quella zona. Già in una precedente lettera inviata al Direttore di filiale delle Poste Italiane di Sala Consilina, Auricchio si diceva stupito della totale assenza di concertazione tra l’azienda e le istituzioni locali, oltre che del repentino cambiamento di decisione: infatti solo qualche settimana fa il comune aveva avuto rassicurazioni circa il mantenimento della struttura, che addirittura pareva essere destinata ad un ampliamento e ad un potenziamento dei servizi resi.
Ma dopo quella lettera in cui l’amministrazione invitava Poste Italiane a revocare il provvedimento, è stato stabilito di procedere per vie legali per fare in modo che si possa dare continuità ai servizi presso l’ufficio postale di Fonte. Auricchio contesta anche la tesi di Poste Italiane che giustifica la scelta di chiusura dell’ufficio, ossia la distanza tra l’ufficio di Fonte e quello del capoluogo: per Poste Italiane sarebbe di soli 5,2 km, ma in verità la distanza è di 10,4 km: raggiungere l’ufficio del capoluogo sarebbe motivo di disagio per i cittadini, specialmente quelli anziani, che sicuramente vivrebbero le maggiori difficoltà. Senza trascurare poi il fatto che Fonte è una delle zone più importanti della cittadina, e costituisce l’area a maggiore vocazione produttiva (agricola, commerciale ed industriale). La chiusura dell’ufficio postale rappresenterebbe sicuramente un danno. Una perdita che Fonte non può permettersi e che certamente l’amministrazione comunale non intende permettere: per questo, senza aspettare ancora, il sindaco ha deciso di conferire l’incarico al legale di fiducia del comune per ricorrere al TAR.