Alla fine ciò che più si temeva si è concretizzato: è definitivamente crollata la casa dell’ultima abitante di Roscigno Vecchia, Dorina, diventata il simbolo dell’attaccamento alla propria terra e alla propria casa. L’allarme era stato già dato nel 2006, quando il maltempo aveva causato qualche cedimento; poi negli anni la situazione è andata peggiorando, fino a questo inverno, quando pioggia e vento hanno determinato il peggio. Con la caduta della casa di Dorina, crolla un pezzo della storia di questo borgo: un processo irreversibile, perché ciò che crolla e si distrugge non può certo essere ricostruito, ma certamente non impossibile da evitare. L’imperativo, però, è fare presto, almeno per salvare il resto del borgo. Ma per farlo occorre l’attenzione di tutti, degli amministratori e dei cittadini, ed occorrono fondi, per mettere in sicurezza e valorizzare le altre case, come è stato fatto per un’ala del paese, sottoposta negli anni scorsi ad un intervento, ed ora solida e sicura.
Già nel 2006, quando era sindaco al suo secondo mandato, Armando Mazzei, primo cittadino tornato in carica l’anno scorso, aveva lanciato l’allarme: “Sarebbe una perdita che il territorio non può permettersi di subire – aveva detto per spiegare l’entità di questa perdita con amarezza: “La casa di Dorina non è stata inserita nei precedenti piani di intervento perché pareva resistere al passare del tempo. Purtroppo la pioggia e l’incuria dell’uomo hanno determinato il crollo di un cornicione, quindi è necessario intervenire immediatamente”. E già allora Mazzei si era dato da fare: “Ho già avviato tutte le azioni affinché si preveda un intervento di somma urgenza per il recupero di quello che è un bene culturale di inestimabile valore ma faccio anche appello alla sensibilità di tutti gli organi istituzionali che hanno a cuore le sorti di questo borgo affinché possano attivarsi per evitare una così grave perdita”.