Sarà inaugurata sabato alle 11, a Salerno, presso la Chiesa di San Salvatore de Fondaco, la mostra di Carla Viparelli dal titolo “Inghiotto”, curata da Giuseppe Zampino con il contributo di Pasquale Persico.
L’evento è promosso dalla Soprintendenza per Beni Architettonici e Paesaggistici di Salerno e Avellino, in collaborazione con il Rotary Club di Salerno. Il titolo della mostra rimanda alla forma ottagonale della chiesa dove saranno esposti i dipinti, ma fa riferimento al Fiume Bussento, che scompare in un grande inghiottitoio nei pressi di Caselle in Pittari per poi riemergere a distanza, dalle grotte di Morigerati. La mostra di Carla Viparelli è ispirata proprio al fiume e si compone di cinque opere. La mostra rimarrà aperta fino all’8 dicembre dal lunedì al sabato dalle 10.30 alle 13.00 e dalle 17.00 alle 20.30, mentre la domenica dalle 10.30 alle 13.00.
Questo è quanto afferma Carla Viparelli: “L’inghiotto come l’omega di una nascita e la risorgenza come l’alfa di una resurrezione”. Il continuo rincorrersi delle lettere alfa e omega aggancia il fenomeno a una dimensione metafisica, al ciclo continuo di inizio e fine proprio di ogni vita, un percorso potente quanto sfuggente a ipotesi e calcoli troppo definiti. Il fiume e la sua acqua, come l’anima elemento vitale e allo stesso tempo incoglibile, anelata, percepibile solo con strumenti che sono propri della mente intesa come onnisciente; ghiacciai che si sciolgono e deserti che avanzano, acqua per eccesso e per assenza, scompensi di un’era di passaggio prima e dopo le sabbie. Il numero 8 che ricorre ripetutamente e compone anche la parola inghi8, capovolto, diventa il sinbolo infinito, in un rimando continuo a simboli e lettere, aprendo nuovi universi metafisici generati dalla riflessione sull’animo umano e sull’imponderabile. Scrive Pasquale Persico, autore del testo in catalogo: “Emerge una molteplicità spaziale, incontenibile negli occhi della prospettiva delle mappe tradizionali; ci vogliono nuovi occhiali per vedere il non lineare, la montagna ed il suo tempo diventano metafora del tempo della conoscenza.”