La BCC Monte Pruno ha organizzato un incontro sul tema del gioco d’azzardo tra i giovani, che si è tenuto lo scorso 27 marzo presso la Sala Cultura della Banca a Sant’Arsenio. “Giovani e Azzardo – Una dipendenza sempre più diffusa”, è stato il tema dell’incontro, organizzato in collaborazione con il Circolo Banca Monte Pruno e l’Associazione Monte Pruno Giovani per riflettere su una delle dipendenze più diffuse. Nonostante la crisi delle famiglie italiane, sempre più persone giocano sperando di vincere e risolvere in parte i propri problemi economici. Tra l’altro la ludopatia è considerata una vera e propria patologia, riconosciuta anche dal Servizio Sanitario Nazionale, e negli ultimi tempi, si sta sviluppando, in rapida crescita e in modo inquietante, anche tra i giovani, soprattutto tra gli adolescenti. Durante l’incontro erano presenti alcuni ex giocatori di azzardo che hanno portato la loro testimonianza.
E’ stato presentato anche un progetto che ha lo scopo di formare, informare ed educare i giovani per prevenire il fenomeno e la diffusione del gioco d’azzardo. Successivamente alle testimonianze degli ex giocatori di azzardo, è stato presentato il progetto rivolto alle scuole a cura del Vice-Presidente del Circolo Banca Monte Pruno Luigi Macchia. Le conclusioni e le proposte operative sono state affidate a Tonino Cantelmi, Psichiatra e Psicoterapeuta, ed a Michele Albanese, Direttore Generale della Banca Monte Pruno.
Cresce infatti ogni anno del 13% il fenomeno dei baby scommettitori e, come ha detto il professore Tonino Cantelmi, i nostri figli iniziano a scommettere già a 7 anni comprando i primi Gratta e Vinci. Si stima che i giocatori patologici in Italia siano il 3% del totale, mentre il volume d’affari prodotto dal gioco in Italia è primo in Europa e terzo al mondo. Secondo il professore Cantelmi i ragazzi giocano d’azzardo perché "gli stiamo rubando la speranza e il gusto della sfida". Bisogna parlare ai bambini e interessarsi a loro anche quando sono davanti al computer.
Sono state molto significative e d’impatto le testimonianze dei due ex giocatori d’azzardo che ora fanno parte dell’Associazione Famiglie in Gioco, del Gruppo Logos a Salerno. Giuseppe, uscito dalla dipendenza da gioco da 13 anni è presidente dell’Associazione. Di professione infermiere, ha raccontato di aver bruciato al tavolo da poker tra i 700-800mila euro e di aver dovuto comprare casa per ben tre volte.