Lun. Set 9th, 2024

La donna maltrattata, la donna usata, la donna emancipata. La donna di ieri e quella di oggi. La storia della donna, così complessa e variegata, viene sapientemente ripercorsa attraverso le pagine del libro di Geppino D’Amico dal titolo "Storie di donne senza storia", (Edizioni Laveglia&Carlone). Un libro che è il frutto di una ricerca meticolosa che il giornalista ha compiuto per l’Associazione culturale "Luigi Pica" di Sant’Arsenio, e che è ricco di elementi utili a ricostruire una storia lunga di soprusi e conquiste, ma anche di aneddoti e proverbi sagaci e spesso divertenti, che a loro modo costituiscono un pezzo di storia. Di "Storie di donne senza storia" è stato scritto: "Nel libro l’autore si sofferma sulle difficoltà che le donne del Cilento e del Vallo di Diano hanno dovuto superare nel corso dei secoli per uscire dalla sottomissione perché "sono state sempre soggette a qualcuno: prima al padre e poi al marito". Particolare attenzione è stata riservata all’età giovanile delle ragazze sulla cui illibatezza vegliava l’intera famiglia perché "chi se la vole piglià ‘na femnmena quanno già n’ato se l’è ‘ngegnata". In un rapido excursus l’autore ha poi ricordato i "patti matrimoniali" che fino al secolo scorso venivano stipulati davanti ad un notaio per stabilire la dote della donna. Molto spazio è stato riservato alla stregoneria (un solo caso ufficiale: quello di Angelella di Laurino processata agli inizi del ‘600 prima a Sala e poi a Diano), alla religiosità (il pellegrinaggio al Montesacro di Novi Velia dove toccava ad una ragazza estratta a sorte portare in testa la centa, retaggio dei tempi greco-romani, perché la centa era il marchio della verginità della ragazza e donava benefici a tutta la compagnia). Nella terza parte del libro vengono ripercorse le tappe che hanno portato all’emancipazione tra cui la conquista dell’elettorato attivo e passivo, la parità uomo-donna nel lavoro, il divieto di ogni discriminazione sul sesso, la patria potestà estesa ad entrambi i genitori, e, per ultima, la possibilità per i figli legittimi di assumere il cognome della madre se entrambi i genitori sono d’accordo. Conquiste importanti che hanno cambiato la società".

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Di Annavelia Salerno

Giornalista professionista a Radio Alfa, direttore responsabile di Voci dal Cilento, ma prima di tutto mamma, moglie, figlia e sorella

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