E’ una delle attrazioni del territorio, oltre che fonte di ricchezza per il territorio che attraversa, ma adesso il fiume Calore è a rischio per mancanza d’acqua. Proprio per questo moltissimi salernitani stanno firmando una petizione finalizzata a tentare un salvataggio per il corso d’acqua più importante della Valle che da esso prende il nome, con lo slogano “Non c’è futuro se il fiume Calore è in secca”. Secondo i promotori della petizione, le cause del problema sono l’eccessiva captazione delle acque, a partire dalla sorgente, e il grande spreco che se ne fa. La petizione è stata inviata al Presidente della Repubblica, al ministero dell’Ambiente, ai presidenti di Regione e Provincia ed ai sindaci del comprensorio. “La petizione è ancora in corso e finora ha raggiunto più di 350 firme ed oltre 2500 gradimenti "Mipiace " su facebook – fa sapere l’ing. Pasquale di Perna, tra i promotori della petizione – Inoltre, stiamo costituendo la libera associazione, Wivacalore”, un’associazione senza scopo di lucro e finalizzata alla tutela, valorizzazione e difesa dei diritti dei cilentani in ambito ambientale e sociale”.
L’associazione, spiega Di Perna, già conta un referente per ogni paese che si affaccia sulla Valle del Calore, e in questi giorni partirà la campagna di adesione per tutti i cittadini che ne vorranno far parte. “Si tratta di un organismo senza alcuna connotazione politica o partitica – prosegue – ma finalizzato esclusivamente a ripristinare la legalità finora violata e negata come nel caso della petizione per il ripristino del deflusso minimo vitale nel fiume Calore Lucano, simbolo della biodiversità dell’intero Cilento, ma non tutelato neanche da chi è per legge preposto a farlo come il Parco del Cilento”.
Questo è il testo:
“La seguente petizione ha l’obiettivo di restituire il Deflusso Minimo Vitale al fiume Calore con sorgente nel territorio del Comune di Piaggine. Premesso che il fiume Calore si trova in pieno Parco Nazionale del Cilento ed è tutelato a diversi livelli sia comunale che sovracomunale, costituendo un ecosistema di notevole pregio ambientale oltre che fonte di richiamo turistico per le sue bellezze naturalistiche e paesaggistiche come le Gole che partono da Felitto attraversando Laurino, Valle dell’Angelo e Piaggine ed arrivano alle sorgenti; che con questa petizione si vuole mettere la parola FINE all’indiscriminata captazione delle acque sorgive che alimentano il corso d’acqua denominato Fiume Calore Lucano; che la captazione è utilizzata a scopo potabile (e non solo) dai comuni costituenti il Consorzio Acquedotto Calore Lucano con sede in Agropoli (SA) e precisamente: Agropoli, Castel San Lorenzo, Cicerale, Felitto, Giungano, Laurino, Magliano Vetere, Piaggine, Roscigno e Valle dell’Angelo; che in virtù di un prelievo esagerato, sovradimensionato nel calcolo degli effettivi fabbisogni, vengono captati oltre 80 l/sec. e ne vengono distribuiti ai comuni solo 46,43 l/sec. con notevole spreco ed abuso della risorsa idrica; che per tutto il periodo estivo nel corso del fiume non vi è traccia di acqua in quanto captata alla sorgente in quantità superiori al consentito per legge; che è totalmente disatteso l’art. 12 bis del R.D. del 1933 n° 1775 cosi come modificato dal D.Lgs n° 152/2006 dove si prescrive l’obbligo del Deflusso Minimo Vitale ad ogni opera che avesse ad oggetto la derivazione da corsi d’acqua; che l’obiettivo è legittimo ed improrogabile in quanto il mancato Deflusso Minimo Vitale sta producendo danni irreparabili sia agli allevatori che coltivatori oltre che alla Flora e Fauna fluviale , elementi questi di grande pregio ambientale e pilastri fondanti della tanto sbandierata "Biodiversità" del parco Cilento (patrimonio Unesco, Riserva di Biosfera, Geoparco mondiale, Sito di Interesse Comunitario, Zona a Protezione Speciale); che stante la situazione attuale, le popolazioni dei paesi direttamente interessati quali Piaggine,Valle dell’Angelo,Campora, Laurino, Magliano Vetere, Felitto e Castel San Lorenzo hanno subito e continuano a subire notevoli danni ambientali oltre che forti ricadute di presenze turistiche in tutto il comprensorio dell’alta Valle del Calore; tutto ciò premesso, con la presente petizione si fa istanza di sensibilizzazione alle Autorità in indirizzo, affinché venga fatto rispettare l’art. 12 bis del R.D. n° 1775 del 1933 e si prodighino, ciascuna per le proprie competenze, a ripristinare lo stato di diritto violato in dispregio alle leggi vigenti e si renda giustizia, anche se con notevole ritardo, del sopruso subito da tutte le comunità locali interessate nella loro qualità di appartenenza al Patrimonio Mondiale Unesco che cosi recita: Il Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano è il magnifico risultato dell’opera combinata della natura e dell’uomo. Situato sulla costa al centro del mare Mediterraneo, ne è sintesi perfetta nella convivenza tra natura e cultura, luogo di scambio e di contaminazione. E’ oggi un paesaggio vivente che mantiene un ruolo attivo nella società contemporanea ma conserva i caratteri tradizionali che lo hanno generato, nell’organizzazione del territorio, la trama dei percorsi, la struttura delle coltivazioni e il sistema degli insediamenti. Il Cilento realizza l’incontro tra mare e montagna, Atlantico e Oriente, culture nordiche e africane, fonde popoli e civiltà e ne conserva le tracce evidenti nei suoi caratteri distintivi: l’archeologia, la natura, le tradizioni”.
Annavelia Salerno